domenica 9 maggio 2010


STARFUCKERS - Ordine '91-'96 :
first review on BLOW UP Mag [#144, May 2010]



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STARFUCKERS - Ordine '91-'96 - CD - Sometimes Records - 16t - 68:44




Ordine/disordine. Non ho mai avuto dubbi che tutta la parabola degli Starfuckers vertesse su questo dualismo, e che dalla tensione dei due estremi sia nata quella che è (stata?) la musica 'rock' più avventurosa prodotta in Italia nell'ultimo ventennio. D'altra parte sappiamo bene che l'opposto dell'amore non è certo l'odio, ma l'indifferenza, e quindi che il disordine evocato dai suoni poggiava su una forte fascinazione per il proprio speculare, in uno spasmo teso a sortire, dalla con/fusione degli stili, una nuova forma di ordine, piuttosto che la sua negazione...
Ecco quindi - e finalmente! - questo CD della Sometimes che fa ordine nel quinquennio discografico di riferimento della band bolognese mettendo in fila i sei pezzi del mini LP "Brodo di cagne strategico" (Electric Eye 1991, stampato su CD per la prima volta), una traccia comparsa nel CD allegato alla rivista Bananafish # 11 (la cover di Dear Prudence dei Beatles), un'altra tratta dalla compilation "Comin' Down Fast" del '93 (Mechanical Man di Charles Manson), i sette pezzi dall'album "Sinistri" (Underground Records 1994) e l'inedita "Quattro studi (su un'intervista) parte I".
Tutti i pezzi sono stati rimasterizzati da Giuseppe Ielasi, e questa è la prima garanzia. Gli Starfuckers sono sempre stati uan band politica, anzi meglio ideologica, di quelle capaci di cercare (e trovare) cocciutamente un senso nello sfaldamento del senso, e un suono nel suo (improponibile) opponibile, il silenzio. Non c'è nulla delle operazioni chirurgiche milesdavisiane a cui allude il titolo nell'ossessionato, ripetitivo, stoogesiano fino al midollo "Brodo di cagne strategico" - "Bitches Brew" - se non la strategia: quel sax che sfregola e gira, quelle pause che restano sospese, quei caotici interrogativi frammenti, quelle parole tinte d'autunnali, liberatori cori settantasettini ("alza il volume / ascolta il rumore"). A metà strada, le due cover stravolte e travolgenti indicano già la strada: Dear Prudence è tale solo di nome, è cantata/tradotta in italiano ed è trafitta da un coacervo di disturbi elettronici, Mechanical man è un carrarmato che oggi attribuireste ai Sightings. Con l'ingresso di Alessandro Bocci all'elettronica, la perdita di mezza band per strada e il raggrumarsi del suono intorno al trio Giannini-Bertacchini-Bocci la volenterosa, fresca, ingenua operosità degli esordi lascia spazio al suono minaccioso e apocalittico di "Sinistri", album capitale per la musica offside redatta in italiano. Dai proclami si passa direttamente al primo piano quinquennale senza aver quantificato la rivoluzione e men che meno averne santificata la stabilità. Solo ricerca permanente come unico magnifico ultimo rantolo (Ordine Pubblico) a tenere alta la bandiera di un rock che si sfascia (Derivazione/Attesa), si dilata (Mutilati), si libera (251.Infinito), si lascia penetrare dall'espe rimento (Zentropia) e diventa esso stesso puro esperimento (Macrofonie Ia). Dopo questo disco troppo avanti nei tempi arrivo il lunare "Infrantumi" (con cui l'inedita Quattro studi (su un'intervista) parte I pare l'esatto anello di congiunzione), un buco nero la cui forza gravitazionale gli Starfuckers non riuscirono più ad eludere se non rinunciando a se stessi e, con l'ingresso di Dino Bramanti, rinominarsi Sinistri continuando ad incidere bene pur se in eccesso di attenzione per il proprio ombelico. Negli ultimi tempi, dopo la morte di Bramanti, i tre Starfuckers si sono ricomposti e hanno già suonato dal vivo; aspettiamo un altro disco che, ci auguriamo, non mancherà di riportare alle migliori cronache questi "figli di Dio, non mostri" facendo loro ritrovare il senso di quell'ordine su cui, magari non volendo, hanno speso una vita.

(8)

Stefano Isidoro Bianchi

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